L'Ayurveda è una disciplina antichissima, sempre all'attuale
per l'uomo e donna contemporanei
La parola Ayurveda è un termine sanscrito che significa “scienza della vita”; Ayu significa “vita” e Veda è “conoscenza”.
Le pratiche Ayurvediche furono registrate innanzitutto nei Veda, la più antica letteratura esistente al mondo. Abbiamo poi dei grandi trattati sulla medicina Ayurvedica che dispongono e organizzano in un insieme coerente le conoscenze mediche dell’epoca vedica e post vedica.
Mi riferisco chiaramente alla CHARAKA SAMHITA (la quale ha una sorella gemella la Susruta Samhita, differenza tra le due è che se la prima descrive pratiche più interniste la seconda affronta pratiche più chirurgiche), ossia il manifesto collettivo delle conoscenze che non fu scritto per erudire e spiegare la filosofia Ayurvedica ma per fissare il suo sapere (l’aspirante medico non poteva sperare di apprendere la scienza medica attraverso il trattato, ma per quel fine, egli doveva rivolgersi ad un maestro; il testo costituiva e circoscriveva lo spazio all’interno del quale il medico si doveva muovere e dava autorità a quanto appreso dal proprio Guru).
L’Ayurveda ci insegna che l’uomo è un microcosmo in un macrocosmo e quindi che richiude il tutto in sé. La sua essenza individuale è indivisibile dalla totale manifestazione cosmica sia per costituzione degli elementi che per dinamismo che per spiritualità.
Secondo gli insegnamenti dell’Ayurveda ogni essere umano ha 4 istinti biologici e spirituali: religioso, economico, procreativo e l’istinto verso la libertà.
L’equilibrata e buona salute è la base per la realizzazione di questi istinti. L’ayurveda aiuta la persona in salute a rimanere in questo stato e la persona ammalata a riguadagnarla.
Con l’appropriato equilibrio di tutte le energie del corpo, i processi di deterioramento fisico e delle malattie possono essere ridotti in modo impressionante.
L’Ayurveda è un sistema olistico di medicina originario dell’India. Terrei a fare una precisazione in merito al termine “OLISTICO”: (dal greco “HOLON”, cioè “TUTTO”) di per sé non ha un significato specifico ma lo si usa per identificare un insieme di discipline che operano allo scopo di sostenere, mantenere e migliorare lo stato di benessere psicofisico della persona attraverso specifiche metodiche volte a stimolare e rinforzare le naturali risorse della individuo.
Nell'approccio Olistico ogni soggetto è considerato diverso dall'altro e viene osservato e trattato nella propria interezza.
Il disturbo, quindi, è visto come uno squilibrio tra fattori sociali, personali ed economici, da un lato, e cause biologiche, dall'altro e, in questo modo si cerca di mettere in armonia le dimensioni emotive, sociali, fisiche e spirituali della persona al fine di stimolarne il processo di miglioramento.
Per riassumere possiamo dire che:
- Viene ascoltata la persona, non semplicemente il disturbo
- Viene "ricercata" la causa, non il sintomo
- Viene osservata la persona nell'ambiente che ha intorno
- Viene stimolata l'autoguarigione attraverso il "Riequilibrio"
Alla luce di tutto questo possiamo definire l'Operatore Olistico/Ayurvedico semplicemente come un “facilitatore” della consapevolezza globale di sé.